Stabilimento Besana | San Gennaro Vesuviano
100 ANNI DI BESANA
evento speciale
Io canto di lavoro
percorso musicale a cura di
Dolores Melodia
Costante Natale
con Giovanni Allocca
di Antonio Marfella
Damme ‘o tiempo
con Francesca Borriero
di Fabio Pisano
Le confezioni di un operaio
con Gabriele Saurio
di Antonio Marfella
Teatro e musica per fare festa, finalmente, e rendere così omaggio, nella ricorrenza dei suoi primi cento anni di attività, ad una delle straordinarie realtà produttive della Campania. La Besana, fondata nel 1921 dai fratelli Emilio e Vincenzo, è l’esempio di come saperi e mestieri antichi possano trovare spianate le strade del mondo intero e affrontare a testa altissima le sfide del mercato globale offrendo con passione una produzione di grandissima qualità. Tutto è iniziato un secolo fa con la sgusciatura delle abbondanti coltivazioni di nocciole, noci e castagne che crescono sui ricchi suoli vulcanici ai piedi del Vesuvio. Da allora, e nei decenni a seguire, la gamma dei prodotti è stata ampliata e con essa è cresciuta sia l’estensione geografica delle collaborazioni produttive che la capacità di penetrazione nei mercati di tutti i continenti. Una festa di teatro e musica dedicata innanzitutto ai lavoratori dei tanti stabilimenti Besana, ma anche al pubblico.
L’operaio sgusciatore Costante Natale e il capo squadra Esposito Salvatore, settore confezioni, sono i due eccentrici personaggi che mi sono provato a costruire a par- tire dalle informazioni offertemi circa l’avventura imprenditoriale di Pino Calcagni. Avventura essa stessa eccentrica, perché, una fabbrica che già da un secolo ope- ra sul mercato internazionale secondo intransigenti criteri di efficienza e con una costante spinta all’innovazione, non può che assumere, alle nostre latitudini, una valenza pressoché favolistica. Altrettanto eccentrico, a ben vedere, è chiedere a un teatrante di costruire delle piccole pièce dedicate ad un’attività di lavorazione della frutta secca. Siamo abituati a cose più astratte, articolate, intelligenti, distanti dalla vita di tutti i giorni, suvvia, lasciateci in pace… S’è rivelata invece una fortunata circostanza intercettare questa possibilità, in quanto mi ha offerto l’opportunità di aggiustare la mira narrativa su fatti concreti, presenti, vivi, fatti che, se ben guar- dati, ci (ri)guardano. Costante Natale ed Esposito Salvatore, in un ironico dialogo a distanza, incarnano essi stessi alcun aspetti dell’avventura imprenditoriale che ha dato vita alla Besana, mitizzando senza alcun ritegno la figura di Pino Calcagni, un uomo che, secondo me, anziché lamentarsi di dover fare le nozze coi fichi secchi, s’è industriato al punto da riuscire a organizzare, con quegli stessi fichi secchi, dei magnifici sponsali che durano già da un secolo.
Antonio Marfella
L’imbarazzo della scelta.
E no, non parlo da consumatore. Parlo da autore.
Perché scrivere per la Besana ha davvero comportato tale sensazione.
Il secolo di storia che la caratterizza, è infatti ricco di aneddoti, di nomi, di fatti, di avvenimenti, che rappresentano un vero e proprio germe ideale da cui partire per inventare.
Così ho iniziato a pensare; chi far parlare? A chi affidare il compito, e mediante quale espediente?
Nel giro fatto all’interno della struttura, la postazione delle bassine m’è parsa parti- colarmente ispiratrice. Mi ha affascinato, il metodo e la ripetizione del movimento, la cura e la costanza. C’è un parallelo con l’arte del teatro. E poi l’incontro. Tra ma- estranze, veri e propri artigiani. Incontro, e dedizione. Caparbietà. Così lo spettro della scelta s’è andato sempre più stringendosi, quasi naturalmente, su quello che potrebbe essere definito il nemico giurato di tutto ciò che viene prodotto e lavora- toalla Besana.
Un nemico giurato in fondo simile, speculare. Un vero e proprio esempio di costan- za: il pappece.
Il pappece nella cultura napoletana infarcisce proverbi, modi di dire, ma anche esempi, soprannomi, sfottò e vere e proprie fonti ispiratrici.
Ecco, l’ultimo passaggio mi ha convinto. Ed è proprio attraverso questo piccolo esserino, assente nella fabbrica ma in qualche modo anche solo evocato, che ho deciso di dar voce e vita a questo racconto: un confronto, che attraversa quasi tutto il secolo di storia di questa gloriosa impresa, attraverso la voce di un’operaia e del pappece, attraverso un racconto semplice, ma – spero – efficace, che dia al teatro la sua ragione, e alla fabbrica Besana, la gloria che merita.
Fabio Pisano
Galleria
foto PLKS
RACCONTI PER RICOMINCIARE
percorsi di teatro dal vivo
28 maggio | 6 giugno 2021
seconda edizione
Racconti per Ricominciare è un festival diffuso di spettacoli itineranti ambientati negli spazi all’aperto di magnifici luoghi del patrimonio storico e artistico del territorio campano, ideato da Vesuvioteatro con il coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma.
Dal 28 maggio al 6 giugno, 12 siti monumentali della Campania si trasformano in suggestivi palcoscenici per 12 percorsi teatrali messi in scena prima del tramonto da oltre 60 artisti, in simbiosi con i paesaggi e le architetture che li ospitano. Anche quest’anno gli spettacoli si svolgono all’aperto, per un numero limitato di spettatori e nel pieno rispetto delle misure anti-covid, per ricominciare a vivere il teatro in totale sicurezza. Scopri il programma.