Amicizia
di Eduardo De Filippo
regia Luigi Russo
con Irma Ciaramella, Francesco Maria Cordella, Luigi Russo
produzione Vesuvioteatro.org
Villa Fernandes, Portici
23, 24, 25, 26, 27, 28 maggio / 1, 2, 3, 4 giugno
ore 18.45
“Amicizia” è una breve commedia scritta da Eduardo De Filippo nel 1952, contenuta nella Cantata dei giorni dispari.
Alberto Califano va a fare visita all’amico Bartolomeo Ciaccia che non vede da diversi anni. In casa scopre che l’amico è ormai alla fine dei suoi giorni e sua sorella, Carolina, lo accudisce devotamente e tenta di esaudire tutti i suoi desideri. L’infermo si rende odioso con il suo comportamento e l’amico si ritrova a dover interpretare diversi ruoli per venire incontro alle esigenze del malato.
Il teatro è un fatto sempre in divenire, ribolle sempre, eppure, nel nuovo sempre nascente, ogni tanto capita di farsi coccolare dal “teatro di una volta”, il teatro “genitore” nel senso letterale, cioè che ha generato tutto ciò che è poi venuto dopo.
Gli atti unici di Eduardo sono parte di quel teatro-genitore con cui è necessario, di tanto in tanto, andare a confrontarsi; una perfetta coesistenza tra dramma e paradosso, una lezione esilarante di comicità, semplice e rigorosa. Tutto questo, va da sé, sta tutta in quel genio della misura che è Eduardo.
È risaputo come Lui non fosse uno di molti convenevoli, anzi uno di poche cerimonie e modi bruschi. Gli riusciva meglio scrivere o recitare le cose più serie, profonde, pregnanti che avesse da dire, la verità dei suoi occhi passava per la penna, arrivava in scena per insinuarsi netta sulla maschera del viso. C’è tutto il Novecento in Eduardo, tutto quanto arrivava dal prima e parte di quanto è venuto dopo, tutto nei gesti, nelle inflessioni, nella postura, tutto scolpito nell’anatomia ed evolutosi, adattatosi negli anni al tempio del corpo scenico. C’è tutto il Novecento nei suoi silenzi a evidenziare le parole dette, ma anche quelle impronunciabili, negate o superflue. C’è tutto il Novecento in quell’amarezza profondissima mai troppo seria, in quella comicità autentica mai troppo leggera, nella sconfitta, nella fede, nella presa di consapevolezza e nell’illusione dei suoi personaggi. Eduardo è lezione di teatro, sempre, da sempre, e infonde fede in un mestiere, a volte bistrattato. Perché senza fede non resta alcun dio, senza scienza nessun artista e senza odio nessun amore o…amicizia. Si perché l’Amicizia è amore: una carica emotiva basata sul rispetto, la sincerità, la fiducia e la disponibilità reciproca. E su questa forma d’amore, Eduardo, inventa una storia plausibile ed esilarante, basata sul dramma di un uomo sofferente, (perché, come è noto la comicità scaturisce dalla tragedia umana) ne mina le fondamenta e ne sconvolge l’iter naturale, ribaltando il lieto fine con l’annientamento del titolo.
A distanza di settant’anni questo atto unico di Eduardo, dialoga brillantemente con il nuovo millennio e permette, a me e ai due straordinari attori protagonisti, di divertirci a metterlo in scena “senza scene”, sullo sfondo di una tra le ville vesuviane più belle, con la luce del tramonto, e gli insegnamenti del Maestro-genitore che ci porta ancora oggi per mano.
Luigi Russo
Info utili
Via Armando Diaz 144, Portici (Na)
in strada / a pagamento Garage Diaz, Via Armando Diaz, 136
punto ristoro