SportOpera 2018
a cura di Claudio Di Palma
organizzazione Vesuvioteatro.org
nell’ambito dell’undicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia
diretto da Ruggero Cappuccio
20 | 27 giugno
Teatro Sannazaro, Napoli
Ci piace immaginare lo sport come una sorta di variante tutta fisica dell’arte: proprio come l’arte, sperimentando continuamente la conoscenza del limite, esso si occupa nel modo più estremo – anche se, forse, meno consapevole – delle scaturigini profonde dell’essere umano.
SportOpera nasce come un osservatorio attivo in cui recuperare quest’originale relazione tra arte e sport. Propone e provoca esercizi di stile sulle connivenze tra lo sport e le varie declinazioni dell’arte. Riesamina e rianima l’originario spirito ri-creativo dello sport profondamente falsato da quella scissione, verificatasi nel secondo ‘900, del teorico-intellettuale dalla totalizzante attività dei sensi che è il gioco. Una frattura culturale che ha progressivamente consegnato le emozioni e le passioni al sistema parassita del capitale. Durante SportOpera, il teatro, il cinema, la letteratura diventano installazioni narranti e l’attore, e l’atleta, ricercano radici e forme remote e comuni.
L’edizione 2018
Il tuffatore preso al ralenti
disegna un arabesco ragniforme
e in quella cifra forse si identifica
la sua vita. Chi sta sul trampolino
è ancora morto, morto chi ritorna
a nuoto alla scaletta dopo il tuffo,
morto chi lo fotografa, mai nato
chi celebra l’impresa.
Ed è poi vivo
lo spazio di cui vive ogni movente?
Pietà per le pupille, per l’obiettivo,
pietà per tutto che si manifesta,
pietà per il partente e per chi arriva,
pietà per chi raggiunge o ha raggiunto,
pietà per chi non sa che il nulla e il tutto
sono due veli dell’Impronunciabile,
pietà per chi lo sa, per chi lo dice,
per chi lo ignora e brancola nel buio
delle parole!
Eugenio Montale
Il tuffatore. La sua esistenza si manifesta solo nell’attimo del volo. Il resto è niente. L’azione è il tutto. Il resto non è. Non è neppure il tuffatore stesso prima e dopo il volo. E non è certamente la parola che glorifica l’impresa. Solo l’azione certifica la vita. Il resto non è!
Il tuffatore di Montale è l’ideale manifesto di questa edizione di SportOpera. Un’edizione che si concentra sul rapporto tra sport e letteratura e, dunque, su quel non essere delle parole che ambisce alla vita dell’azione che si compie. È nel conflitto di essere e non essere, fra azione e racconto, che la parola détta tenta il salto conciliatore. La parola détta è azione: impulso fisico dell’attore, pulsione musicale, incisione emotiva. La parola détta ricita l’atto e ne ripassa il tratto. Inventa nell’hic et nunc un’altra vita a quel racconto morto, ricompone i segni per una nuova drammaturgia (dramma = azione ed ergon = opera o lavoro) ovvero per un nuovo lavoro delle azioni: la vita ancora.
Claudio Di Palma
PROGRAMMA
MERCOLEDÌ 20 GIUGNO
20:45 CORPO B – LE MANI di Benedetta Palmieri con Lara Sansone
21:30 MUHAMMAD ALI con Francesco Di Leva regia Pino Carbone
GIOVEDÌ 21 GIUGNO
19:30 Inaugurazione della mostra IL GIOCO CELESTE di Riccardo Dalisi
21:30 SE SPARTAK PIANGE… di Stefano Valanzuolo con Giovanni Esposito
22:30 Film CRONACA DI UNA FUGA – BUENOS AIRES 1977 di Israel Adrián Caetano
VENERDÌ 22 GIUGNO
20:45 CORPO B – I PIEDI di Benedetta Palmieri con Lara Sansone
21:30 CANTO POR EL ‘CHE’ DEPORTISTA lettura – concerto di e con Claudio Di Palma, al pianoforte Danilo Rea
22:30 Film I CINGHIALI DI PORTICI di Diego Olivares
SABATO 23 GIUGNO
20:45 TRIBUNE – DISCORSO SU DUE PIEDI da Carmelo Bene ed Enrico Ghezzi con Michelangelo Dalisi
21:30 PENTATHLON MODERNO – Cinque storie di corpi perduti testi di Antonio Franchini, Wanda Marasco, Valeria Parrella, Silvio Perrella, Manlio Santanelli – con Alessandro Cepollaro, Andrea de Goyzueta, Francesca De Nicolais, Renato De Simone, Ettore Nigro, Lucia Rocco
DOMENICA 24 GIUGNO
20:45 LENI, IL TRIONFO DELLA BELLEZZA un progetto di Irene Alison, con Valentina Acca, collaborazione alla drammaturgia Marcello Cotugno
22:00 PENTATHLON MODERNO – Cinque storie di corpi perduti testi di Antonio Franchini, Wanda Marasco, Valeria Parrella, Silvio Perrella, Manlio Santanelli – con Alessandro Cepollaro, Andrea de Goyzueta, Francesca De Nicolais, Renato De Simone, Ettore Nigro, Lucia Rocco
LUNEDÌ 25 GIUGNO
20:45 TRIBUNE – LO SPORT E GLI UOMINI da Roland Barthes con Annalisa Madonna (voce), Gianluca Rovinello (arpa), Massimiliano Sacchi (clarinetti), Luca Urciuolo (fisarmonica) e con la partecipazione di Claudio Di Palma
21:30 LA NUOTATRICE reading con Pamela Villoresi, regia Gigi Di Luca
22:30 Film UN UOMO A NUDO di Frank Perry
MARTEDÌ 26 GIUGNO
20:45 TRIBUNE – TIFO SPORTIVO E I SUOI EFFETTI – SPORT ED EUGENETICA da Antonio Piromalli e Nino Pino con Annalisa Madonna (voce), Gianluca Rovinello (arpa), Massimiliano Sacchi (clarinetti), Luca Urciuolo (fisarmonica) e con la partecipazione di Claudio Di Palma
21:30 PATRIZIO VS OLIVA drammaturgia di Fabio Rocco Oliva con Patrizio Oliva e Rossella Pugliese regia Alfonso Postiglione
MERCOLEDÌ 27 GIUGNO
21:00 ROGER con Emilio Solfrizzi, scritto e diretto da Umberto Marino
SportOpera è realizzato nell’ambito della XI ed. del Napoli Teatro Festival Italia. Progetto cofinanziato dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Campania, nell’ambito del POC Campania FESR 2014-2020.
CORPO B
Le mani – I piedi
di Benedetta Palmieri
con Lara Sansone
scene Rosita Vallefuoco
20 giugno ore 20:45, 22 giugno ore 20:45
25 minuti
Benedetta Palmieri dà voce a piedi e mani. Le loro funzioni, le loro attitudini, i loro sensi controversi diventano una soggettiva surreale. Il corpo si racconta all’uomo. I piedi coi loro passi fisici o ideali descrivono distanze, ansie, dolori. Le mani, invece, tengono, mantengono, impugnano, brandiscono, fendono e palleggiano. Descrivono, insomma, un universo di segni che la Palmieri drammatizza teatralmente attraverso speciali soliloqui. Il corpo dell’uomo o dell’atleta, in definitiva, prende voce e si allena per scoprire nuovi equilibri.
MUHAMMAD ALI
uno spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva
con Francesco Di Leva
regia Pino Carbone
drammaturgia Linda Dalisi
contributi di Roberto Bolle, Willem Dafoe, Marco D’Amore, Mario Martone
scene Mimmo Paladino
costumi Ursula Patzak
musiche Marco Messina e Sasha Ricci
luci Cesare Accetta
ricerche e consulenza Anna Maria Di Luca e Fausto Narducci
assistente scenografo Mauro Rea
collaboratori alla scenografia Vincenzo Aquilone, Mariateresa D’Alessio, Michele Lubrano Lavadera
costumista assistente Giovanna Napolitano
aiuto regia Riccardo Pisani
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
20 giugno ore 21:30
75 minuti
“Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida”
In questo progetto diversi artisti sono stati invitati a partecipare al grande incontro tra il senso e la forza di questo messaggio, e l’ascolto, lo sguardo, la sensibilità del pubblico. In scena un attore e un regista che sotto gli occhi degli spettatori costruiscono emotivamente, poeticamente e artisticamente lo spettacolo.
L’ispirazione nasce concretamente dal corpo di Muhammad Ali, un corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato, un corpo astuto che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, in ebollizione. Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia.
IL GIOCO CELESTE
mostra di Riccardo Dalisi
allestimento Sun Yanwen, Wang Huakun, Zou Yangxuan, Tong Zixuan, Chen Zewen
in collaborazione con l’associazione Semi di laboratorio e l’Accademia di Belle Arti di Napoli
con il matronato del Madre – Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee
dal 21 al 27 giugno
inaugurazione 21 giugno ore 19:30
la mostra è visitabile esclusivamente dal pubblico degli spettacoli
La prima volta che ho visto Riccardo Dalisi al lavoro è stato lo scorso anno. Era comodamente seduto di fianco al panorama, già incorniciato per altro da una sua scultura, che ristava lucente e mai immobile fuori dal suo balcone. Disegnava con l’incanto sereno e sospeso di un bambino coloratissime spirali. Gorghi, vortici, turbini che non avevano nulla di oscuro e triste anzi dichiaravano spudoratamente dinamiche e cromatismi veloci e giocosi. Richiamavano come urla ventose il senso più alto e libero del gioco. Un senso del gioco che mi si è subito dopo moltiplicato sotto gli occhi nel passare tra gli infiniti totem metallici che affollavano il suo studio. Fra i tanti, tantissimi figuri silenti (ma neppure tanto) si sono presentati più prepotenti e provocatori dinanzi a me gli atleti-caffettiera. Il saltatore, il nuotatore, il portiere, tutti immaginati in pose insospettabilmente plastiche vista l’origine e le fattezze ferrose dei loro corpi. I loro slanci, gli sforzi, le pose tecniche sembravano il prodotto, tanto naturale quanto impossibile, di una animazione ispirata da una insondabile dimensione del desiderio. Ed allora eccolo il desiderio svelato di Riccardo. Una discesa dal cielo di angeli motivata unicamente dalle ragioni del gioco ed in particolare del gioco del calcio, giocato assieme a giocatori-caffettiera. Le “ragioni” di un tanto singolare desiderio andavano assecondate e rappresentate. Allora eccoli gli angeli, ecco le loro imprevedibili traiettorie, le traiettorie di atleti improbabili eppure credibili e quelle dei loro archi, delle loro aste, dei loro palloni, quelle degli schizzi d’acqua e latta di un crowl immaginario. Ecco, insomma, infantile e solenne il loro “gioco celeste”. (Claudio Di Palma)
SE SPARTAK PIANGE…
di Stefano Valanzuolo
con Giovanni Esposito
con la partecipazione “in voce” di Neri Marcorè
musiche di Shostakovich, Mozart, Schubert, Gounod
eseguite dal Quintetto di Ottoni del Teatro di San Carlo
Giuseppe Cascone, tromba
Alessandro Modesti, tromba
Federico Bruschi, basso tuba
Gianluca Camilli, trombone
Ricardo Serrano, corno
mise en espace Giovanni Esposito, Stefano Valanzuolo
produzione International Music and Arts
21 giugno ore 21:30
65 minuti
Dmitrij Shostakovich non è stato solo uno dei massimi musicisti del Novecento, ma anche un appassionato competente di calcio. Attraverso i suoi commenti ed i suoi ricordi sportivi, dunque, “Se Spartak piange…” vuole ricostruire un pezzo di storia sovietica (tra gli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso) popolato da personaggi spesso ingombranti. Le vicende di Nikolaij Starostin e Lev Jashin, due calciatori celeberrimi cui non arrise uguale fortuna, s’intrecciano, in questo racconto basato su dati reali e riflessioni immaginarie, con quella di Shostakovich, compositore in perenne conflitto pubblico e privato con il potere politico. Giovanni Esposito dà volto e voce ad uno Shostakovich dai molti aspetti: malinconico, orgoglioso, sferzante, dimesso, passionale. La musica del compositore sovietico, affidata al Quintetto di Ottoni del Teatro San Carlo, scandisce – attraverso sette scene – una storia condita di musica, calcio e politica. Una storia, poco ordinaria, di vita sovietica.
FILM
CRONACA DI UNA FUGA – BUENOS AIRES 1977
di Israel Adrian Caetano
con Rodrigo De la Serna, Nazareno Casero, Lautaro Delgado, Matìas Mormorato, Pablo Echarri
Titolo originale: Cronica de una fuga
Genere: Thriller
Argentina, 2006, durata 103 minuti
21 giugno ore 22:30
Buenos Aires, 1977. Claudio Tamburrini è un giovane portiere professionista. Un giorno di dicembre viene prelevato da una squadra di militari in borghese e rinchiuso in un centro di detenzione clandestino. Sospettato di appartenere a un’organizzazione che si oppone alla dittatura militare, viene sottoposto a feroci torture. Dopo 120 giorni di detenzione illegale nella Mansiòn Seré, la casa degli orrori alla periferia di Moron, decide di fuggire con altri tre compagni. Nudi e ammanettati riusciranno nell’impresa il 24 marzo 1978.
Eticamente necessario, esteticamente rigoroso, il film di Caetano sceglie di non mostrare mai la tortura, lasciando che lo spettatore intuisca e senta soltanto. Tutto è asciutto, straziante e importante. Ogni inquadratura, scena o sequenza è ispirata a un criterio morale. Claudio e i suoi compagni emergono dal buio della notte, da un passato che molti si ostinano a rimuovere, e si impongono “spogliati” allo sguardo. Per non dimenticarli e per non dimenticare.
CANTO POR EL ‘CHE’ DEPORTISTA
lettura – concerto di e con Claudio Di Palma
al pianoforte Danilo Rea
musiche di Danilo Rea
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
22 giugno ore 21:30
50 minuti
“Quando saprai che sono morto non pronunciare il mio nome perché si fermerebbe la morte e il riposo. Quando saprai che sono morto dì sillabe strane. Pronuncia fiore, ape, lagrima, pane, tempesta. Non lasciare che le tue labbra trovino le mie undici lettere. Ho sonno, ho amato, ho raggiunto il silenzio.”
Ernesto Guevara de la Serna implora poeticamente il silenzio di sé e in questo inno alla dimenticanza confessa anche il valore irrinunciabile dell’azione. Solo l’azione conta e conta solo il momento in cui si compie. Una consapevolezza radicatasi forse dai tempi in cui su di un campo terroso, poco più che ventenne, si accasciò colto da un attacco di asma. In ospedale il padre, accigliato, gli comunicò che sarebbe stato un suicidio continuare a giocare al rugby. Ernesto rispose “Viejo me gusta el rugby, finirò di giocarvi solo quando morirò”. Solo l’azione conta e conta solo il momento in cui si compie. Il Canto è una dedica alle azioni del Che deportista. Rispettosi dei suoi auspici, Claudio Di Palma e Danilo Rea avrebbero voluto dire fiore, ape, lagrima…..ma gli è venuto da dire e suonare solo rugby.
FILM
I CINGHIALI DI PORTICI
di Diego Olivares
con Ninni Bruschetta, Antonia Truppo, Alessandra Borgia, Carmine Borrino, Carlo Caracciolo
Genere: Drammatico
Italia, Australia 2003, durata 85 min.
22 giugno ore 22:30
Dramma sociale ambientato in una comunità di recupero per minori a rischio alla periferia di Portici (Na), I Cinghiali di Portici narra di un gruppo di ragazzi che si trova ad affrontare, per pura casualità, un campionato di rugby, sport che nessuno di loro ha mai praticato. In un luogo costantemente attraversato dal rumore del mare e dei treni che passano violenti, si alternano allenamenti e scontri, rituali sportivi e riti quotidiani. L’istitutore sceglie lo sport per tenere coesi i ragazzi e per cercare di trasmettere loro il sogno di una vita diversa da quella cui si sentono condannati. Il film è stato presentato in concorso al Torino Film Festival 2003.
TRIBUNE
Tribune è una sezione di SportOpera in cui la funzione originaria della tribuna come pulpito rialzato si fonde con l’attuale comune intendimento delle tribune come strutture architettoniche in cui si raccolgono gli spettatori sportivi. Da un podio “originale” si succederanno parole e sonorità disposte ad interpretare polemiche, analisi e provocazioni. Roland Barthes e le sue riflessioni semiologiche de “Lo sport e gli uomini“, Antonio Piromalli che, citando Nino Pino, evidenzia in modo critico le scorie e le miserie dello sport fino a Carmelo Bene ed Enrico Ghezzi con le loro incursioni paradossali e illuminanti sui fenomeni sportivi, costituiranno occasioni di confronto sugli effetti collaterali generati dagli atti di sport.
– DISCORSO SU DUE PIEDI
da Carmelo Bene ed Enrico Ghezzi
con Michelangelo Dalisi
scene Francesca Liguori
23 giugno ore 20:45
25 minuti
– LO SPORT E GLI UOMINI
da Roland Barthes
con Annalisa Madonna (voce), Gianluca Rovinello (arpa), Massimiliano Sacchi (clarinetti), Luca Urciuolo (fisarmonica) con la partecipazione di Claudio Di Palma
scene Francesca Liguori
25 giugno ore 20:45
25 minuti
– TIFO SPORTIVO E SUOI EFFETTI – SPORT ED EUGENETICA
da Antonio Piromalli e Nino Pino
con Annalisa Madonna (voce), Gianluca Rovinello (arpa), Massimiliano Sacchi (clarinetti), Luca Urciuolo (fisarmonica) con la partecipazione di Claudio Di Palma
scene Francesca Liguori
26 giugno ore 20:45
25 minuti
PENTATHLON MODERNO
Cinque storie di corpi perduti
testi di Antonio Franchini, Wanda Marasco, Valeria Parrella, Silvio Perrella, Manlio Santanelli
con Alessandro Cepollaro, Andrea de Goyzueta, Francesca De Nicolais, Renato De Simone, Ettore Nigro, Lucia Rocco
scene Carmine De Mizio, Michela Petrella, Mario Di Nardo, Dario Pererano, Vincenzo Fiorillo
produzione Tradizione e turismo
23 giugno ore 21:30, 24 giugno ore 22:00
60 minuti
Il Pentathlon fu definito “moderno” quando il barone De Coubertin volle distinguerlo, tra fine Ottocento e inizio Novecento, da quello dell’antica Grecia. Lo fece riunendo in una sola competizione le cinque discipline che più propriamente sapessero saggiare la resistenza, l’abilità e la forza del soldato ideale. Un uomo necessario alla guerra doveva, infatti, saper cavalcare, sparare dritto, tirare opportunamente di spada, e, perché no, nuotare e correre velocemente. Il corpo, quindi, doveva forgiare una integrità che gli permettesse di fronteggiare adeguatamente i pericoli dell’epoca ben rappresentati dalla guerra. Altre insidie minacciano il corpo dell’uomo moderno: fallimenti familiari, inadeguatezza al tempo, labilità di stile. Le drammaturgie letterarie di Pentathlon moderno raccontano proprio di occasioni mancate, di corpi perduti, di umori sconfitti negli incontri rituali, casuali, ma ineludibili della vita e dello sport. Una descrizione di corpi e caratteri da forgiare come quelli dei soldati nell’Ottocento. Una forgiatura, però, che registra troppo spesso fallimenti.
LENI, IL TRIONFO DELLA BELLEZZA
un progetto di Irene Alison
mise en espace con Valentina Acca
collaborazione alla drammaturgia Marcello Cotugno
scene Sara Palmieri
produzione La Pirandelliana
24 giugno ore 20:45
55 minuti
Ci sono personaggi il cui cammino è stretto in un tempo che conduce ad un’involontaria (?) ambiguità difficilmente giustificabile dalla Storia. È il caso di Leni Riefenstahl, straordinaria innovatrice del linguaggio cinematografico. Un secolo di vita, il suo, pericolosamente vissuto attraverso le stagioni più buie e sanguinarie del Novecento, vicino, troppo vicino al fuoco del regime nazista per non bruciarsi e non compromettersi.
Leni, Il Trionfo della Bellezza racconterà i giorni d’oro delle riprese di Olympia, il suo capolavoro: un resoconto delle Olimpiadi di Berlino del ’36, dove lo sport viene raccontato col piglio epico di una narratrice di corpi, gesti, sguardi e desideri agonistici. Olympia celebra l’ideale di una bellezza che incarna sia l’estetica del Reich che l’utopia di una competizione sportiva senza appartenenze etniche o religiose.
In scena un’architettura di superfici narrative che si sovrappongono ricostruendo un’unica vicenda: quella di una donna simbolo dei chiaroscuri del Novecento che approda al nuovo millennio portando con sé un enigma mai risolto.
LA NUOTATRICE
reading dal testo di Bill Broady
con Pamela Villoresi
adattamento Antonio Marfella
creazioni sonore con acqua eseguite da Odile Barlier
scene Trisha Palma
regia Gigi Di Luca
produzione La Bazzarra
25 giugno ore 21:30
55 minuti
“Non era l’acqua in sé che amavi, ma quel senso di sospensione che ti dava un po’ l’illusione del volo.” Una giovane campionessa di nuoto attraversa la sua breve vita perdendo bellezza, talento e ragione in una assurda discesa nel vuoto. Il nuoto rappresenta per la protagonista un incontro scontro con sé stessa, una fuga e allo stesso tempo una ricerca del proprio essere. L’acqua è per lei iniziazione alla vita e sottrazione della vita, elemento ancestrale in cui si attua la liberazione, il mutamento, il desiderio di trasformazione, ma è anche quella forza magnetica che assorbe la sua energia vitale. Lo scorrere del tempo è segnato dall’acqua che dà ritmo alla sua vita e ne alimenta illusioni fino ad avvolgerla in un vortice che la trascina a fondo nel vuoto più assoluto. Protagonista silenziosa e sonora della sua vita, l’acqua, in questa messa in scena, è l’elemento centrale che celebra la vita e la morte attraverso creazioni sonore con oggetti suonati dall’artista francese Odile Barlier, che accompagna la straordinaria interpretazione di Pamela Villoresi.
FILM
UN UOMO A NUDO
di Frank Perry
con Janice Rule, Burt Lancaster, Kim Hunter, Cornelia Otis Skinner
Titolo originale: The Swimmer
Genere: drammatico
USA 1968, durata 94 min
25 giugno ore 22:30
In un caldo pomeriggio d’estate, Ned Merril, di ritorno da una lunga assenza, decide di raggiungere la propria casa, nella quale ha lasciato la moglie e due figlie, passando di piscina in piscina attraverso le ville disseminate fra il verde. In esse abitano tutti coloro che lo hanno conosciuto e il suo è una specie di itinerario sentimentale. Il viaggio ha inizio nella villa di alcuni amici che lo festeggiano e gli ricordano i suoi successi con le donne. La vecchia signora Hammer, invece, dimostra di non gradire la sua presenza e gli rimprovera di aver tradito l’amicizia del figlio. Quando finalmente arriva alla meta, trova la sua abitazione deserta: la sua ricchezza, il suo successo esistevano solo nella sua fantasia. Tratto dal racconto breve “The swimmer” (1964) di John Cheever, è stato uno dei primi film a trattare il tema dell’alienazione nella società americana.
PATRIZIO VS OLIVA
drammaturgia di Fabio Rocco Oliva
da Sparviero-la mia storia di Patrizio Oliva e Fabio Rocco Oliva, Edizioni Sperling&Kupfer
con Patrizio Oliva e Rossella Pugliese
regia di Alfonso Postiglione
spazio scenico Daniele Stella
costumi Giuseppe Avallone
disegni e illustrazioni Daniele Bigliardo
musiche Stefano Gargiulo
organizzazione e produzione Maurizio Marino per ArteTeca e Stefano Sarcinelli per Laprimamericana
26 giugno ore 21:30
75 minuti
“Perché fai il pugile?” chiesero a Barry McGuigan (campione irlandese dei pesi piuma)
“Mica posso fare il poeta – rispose Barry – Le storie io non le so raccontare…”
Ananke, per gli antichi greci Dea pre-olimpica del Fato, della Necessità dell’agire umano, era definita da Omero la “necessità di combattere”. Patrizio Oliva è stato uno dei più grandi pugili della boxe italiana. Scorrendo la sua vita appare evidente come sia stata una qualche Ananke a seguirlo da vicino e le sue fatiche sportive ci ricordano le gesta di un semidio. La sua determinazione a prendere a pugni, più che gli avversari, le ferite della vita, hanno reso la sua parabola sportiva ineluttabile: titoli italiani, oro olimpico, titolo europeo, titolo mondiale… Ma nel ring aperto di un teatro, la sua storia ci racconta le peripezie, le crisi, gli ostacoli che ad ogni passo, sia tu un uomo o un semidio, ti fanno dubitare, anche solo per un attimo, che il tuo destino sia già scritto. Tra i vapori di una sauna olimpica, dove nel tempo sospeso di una preoccupante seduta, si sudano i grammi di troppo per rientrare nel peso consentito, tra i fumi delle macerie di un terremoto familiare più esistenziale che fisico, tra le nuvole bianche su cui troppo presto è volato a riposare un amato fratello, ci convinciamo che Patrizio facendosi, da pugile-semidio, un semplice attore, sia il solo che può raccontare la sua storia. O pugile, semidio e attore sono forse sinonimi?
ROGER
scritto e diretto da Umberto Marino
con Emilio Solfrizzi
scene Francesco Ghisu
luci Giuseppe Filipponio
aiuto regia Maria Stella Taccone
produzione Argot Produzioni
in coproduzione con Leave Music
in collaborazione con Pierfrancesco Pisani
distribuzione a cura di Parmaconcerti
27 giugno ore 21:00
75 minuti
L’azione si svolge interamente su un campo da tennis e rappresenta un’immaginaria partita tra un generico numero due e l’inarrivabile numero uno del tennis di tutti i tempi, un campionissimo di nome Roger. Un monologo su un tennista che da anni deve affrontare Federer (ma anche, in qualche modo, Dio) senza riuscirvi. Nel corso del pezzo evoca la partita che dovrebbe disputare e che, forse, si è già disputata, ma che è finita, e non poteva che finire, con la sua sconfitta.