La parola al Direttore Artistico
Si scrive per battezzare le cose, chi le nomina le possiede. Esiste solo chi ha un nome. — Gesualdo Bufalino
Se, come sostiene Bufalino, esiste solo quel che può nominarsi, potrà risultare vero anche il riflesso speculare di questa affermazione, ovvero, che tutto il dicibile esiste. Ogni cosa, cioè, quando è detta, e proprio e solo perché detta, ha ragione di esistere. Ogni cosa, nel preciso momento in cui si dice, diventa tangibilmente presente. È forse questa proprietà inverante del dire che spinse Sigmund Freud ad equiparare le parole a degli incantesimi e a conferire loro una sorta di potere magico. Le parole, dal canto loro, portano il segno di discendenza etimologica dalle più complesse parabole; propagano, quindi, similitudini al fine di suggerire, articolare, particolareggiare immagini, sentimenti e concetti. Rappresentano le unità fonetiche che sostanziano ogni racconto. Sceglierle, moltiplicarle, farle risuonare vuol dire progettare architetture fantastiche e reali, magiche e concrete, sospette ma credibili. Questa funzione delle parole traduce ancora e sempre i nostri “Racconti” in costruzioni verbali sofisticate e gioiose, in tessiture ricercate di sogni e raggiri, in cronache di universi paralleli, di esistenze vicarie, di babilonie inizialmente solo cartacee che il dire, ancora e sempre, tende a certificare come esistenti in un qui ed ora assolutamente astratto eppure materialmente plausibile.
Claudio Di Palma
La parola al Consulente Artistico
La prova c’è stata. Ripetuta è diventata certezza. Così “Racconti” è diventato un appuntamento atteso, riconosciuto, addirittura amato da un pubblico raffinato che cerca davvero di coniugare la bravura di un’attrice, di un attore, di un drammaturgo capace di ispirarsi ed ispirare lo stupore nello sguardo che accarezza uno spazio, un’architettura, un albero, un panorama per farlo parte di uno spettacolo.
Ci siamo, “Racconti” è un Festival Nazionale che il Ministero della Cultura riconosce ed apprezza. Apprezza così il nostro lavoro di anni, l’attenzione e il lavoro di Istituzioni ed Enti che gestiscono gli spazi preziosi che ci concedono per entrare a fare parte del nostro progetto, e l’attenzione di centinaia di spettatori fidelizzati dalla nostra proposta.
Continuiamo a cercare spazi e architetture da mostrare e da adoperare per legarli al teatro, per costruire la nostra “quarta edizione”. Troviamo nuovi partner, nuovi amici, nuovi talenti, nuove lingue per drammaturgie frutto di incontri con Istituti di Cultura e con realtà del mondo, in incontri che si moltiplicano per il nostro “teatro dell’imbrunire” che annuncia l’estate. Altre attrici ed attori racconteranno quest’anno altre storie, mostrando ancora in filigrana la passione e la necessità del teatro. L’audacia della proposta che voleva cancellare l’angoscia della pandemia si è trasformata in questi anni in certezza, il teatro può vincere solitudini e cancellare distanze, divertire, commuovere, stupire, seminare nuovo interesse e far nascere nuovi saperi. Applaudendo ancora i nostri Racconti.
Giulio Baffi